Clicca sull'immagine per leggere l'articolo

Irma Testa su Rivista Undici: "l'era d'oro dello sport femminile"

Luglio 2022

Irma Testa è una delle interpreti sportive più nitide del viaggio verso l’inclusione. La pugile campana ha rilasciato una nuova intervista a Angelo Carotenuto, disponibile nel nuovo numero di Rivista Undici.

Sono andata via di casa a 14 anni – esordisce ricordando la sua infanzia – ma mia madre si era preoccupata di tenermi lontana dai guai e di darmi un’educazione. Però stava fuori tutto il giorno per pagare i debiti che avevamo in famiglia“.

Nata e cresciuta a Torre Annunziata, uno dei venticinque comuni ai piedi del Vesuvio, Irma ha trovato nella boxe la penna per scrivere il suo romanzo di formazione. Il capitolo più recente l’ha portata a diventare la prima pugile italiana a vincere una medaglia ai Giochi Olimpici.

Mi sono fatta un’opinione sui discorsi che sentivo intorno a me. Infatti ho letto i romanzi di Dostoevskij per parlarne con chi mi stava vicino e li citava. È questo il cambiamento che mi rende fiera, non le medaglie sul ring. Quelle sono venute, la crescita invece l’ho voluta io“.

La crescita a cui tiene di più, però, è quella umana, che ha imparato a coltivare anche grazie agli insegnamenti di uno sport nobile e dalla storia infinita.

l podio ai Giochi non è stato un caso. Eppure ci sono ancora dei momenti in cui non credo in me stessa. La boxe ti mette in discussione a ogni colpo che prendi.
E si sentono, si sentono tutti. In faccia, al fegato, precisi, sporchi, dritti, incrociati, fanno male di più quelli che non ti aspetti“.

Ormai Irma trascorre la maggior parte del suo tempo ad Assisi, sede del centro di preparazione, che oggi è diventata per lei una seconda casa. Nonostante questo, tiene sempre in mente la sua immagine in terra partenopea.

A Torre c’è la mia famiglia, dove sono una figlia, sono una sorella, sono una zia. Invece ad Assisi sono tutto. Sono una pugile, sono una donna. Un giorno mi piacerebbe essere anche una madre“.

Oggi Irma è portabandiera di un futuro ambizioso, è faro che scaccia le ombre dei pregiudizi, è speranza evolutiva di un movimento sportivo destinato a scrivere nuove storie e imprese da raccontare.